Le scoperte della fisica quantistica e le loro conseguenze possono determinare un epocale cambiamento nel modo di percepire e interpretare la realtà che ci circonda, una sorta di “ribaltamento” di significati. Mentre la fisica classica era basata sulle forze, sugli oggetti e sulla separazione, la nuova fisica parla costantemente di risonanze, connessioni e relazioni sottili. Anche per ciò che riguarda il termine “coerenza” , siamo abituati a leggere la parola come una manifestazione di forza (di volontà) e di linearità.
In questo caso, invece, la coerenza è una vibrazione semplice e morbida, una forma di adattamento spontaneo alle esigenze del momento senza sforzo. I bambini ad esempio producono vibrazioni coerenti.
Una vibrazione coerente è in risonanza armonica con le vibrazioni che la circondano. Ad esempio, in un orchestra, la musica prodotta dai differenti strumenti crea un insieme coerente e armonico.
Per costruire vibrazioni umane coerenti occorre onestà e capacità di osservazione.
Tale onestà e presenza si costruiscono passo dopo passo a forza di riconoscere le percezioni limitanti, accorgersi delle seduzioni della mente e del falso sè e stanare le moltissime convinzioni limitanti che costringono la nostra energia. L’autosabotaggio è un processo insito nell’uomo: avendo capito e riconosciuto che l’unicità dell’io è un ILLUSIONE ed essendoci accorti della molteplicità dell’io, è inevitabile accorgersi che esistano gli autosabotaggi.
Se una parte di me decide una cosa, ad esempio che mi rimetta in forma, tutte le altre parte di me che sono ABITUATE agli schemi e ai modelli del mio attuale stato di NON-forma (ad esempio la parte che ama mangiare e bere, la parte che ama oziare eccetera…) si ribelleranno a questa decisione: è perfettamente naturale.
Questi piccoli e grandi autosabotaggi sono presenti in ogni nostra abitudine, in ogni automatismo acquisito: il percorso che faccio per andare a casa, il ristorante dove mangio, la palestra che frequento, la gestione dei miei piccoli riti quotidiani…
Ogni cambiamento, ad esempio lo spostamento della palestra che frequento ad un altro indirizzo , è inevitabilmente vissuto come destabilizzante e fastidioso e l’energia che produrrò in seguito a queste vibrazioni dissonanti contribuirà facilmente a creare una sincronicità sgradevole, come ad esempio la difficoltà a trovare parcheggio piuttosto che il ritardo dell’autobus…
Un aiuto per costruire vibrazioni coerenti in questo caso è dunque quello di osservarsi e cercare nel limite del possibile di limitare al massimo le abitudini e sopratutto depotenziare le inevitabili resistenze che insorgeranno quando le nostre aspettative saranno frustrate….
Le aspettative infatti sono TUTTE convinzioni limitanti, automatismi che tendono a replicare nel futuro qualcosa di già sperimentato, cristallizzazioni più o meno evidenti della nostra energia…
Come depotenziare queste resistenze? Innanzitutto con l’ironia e l’auto ironia, osservarle, vederle insorgere, sentire le emozioni che producono in noi e lasciarle andare sorridendo loro e continuando ad amare noi stessi.
Prendersela con se stessi per il fatto di vivere qualcosa di perfettamente naturale è infatti inutile oltre che dannoso!
Il secondo fondamentale passo per creare vibrazioni coerenti è accogliere quello che “passa” nel presente.
Esiste una differenza fondamentale tra pensiero positivo “magico” e cioè che censura le vibrazioni del presente e pensiero creativo autentico, e cioè che ACCOGLIE le vibrazioni del presente e le accetta o perlomeno ne è consapevole…
Se io ad esempio sono agitato, preoccupato o arrabbiato e mi ripeto come una machinetta che “sono felice e in pace”, sto semplicemente negando il presente e se misuro la mia coerenza ( ad esempio misurando la mia variabilità cardiaca che ne è uno specchio affidabilissimo) la troverò certamente molto scarsa e scoprirò faciclmente uno stato di stress…
Se io – NELLE STESSE CONDIZIONI – accetto lo stato presente e affermo la mia INTENZIONE di essere felice e in pace, magari utilizzando le stesse parole, la mia cooerenza sarà certamente superiore…
Per costruire vibrazioni coerenti , inoltre, è indispensabile riconoscere e depotenziare le sovrastrutture dell’ego (falso sè) e cioè quelle maschere e quei “ruoli” che ci siamo cuciti addosso come una seconda pelle, proprio perché incompatibili con una reale intenzione di presenza nel qui e ora.
Tali sovrastrutture possono insinuarsi facilmente anche nei modelli apparentemente “positivi”.
Mi è capitato più volte, ad esempio, di monitorare la coerenza e la variabilità cardiaca di terapeuti, insegnanti di yoga, eccetera e riscontrare una scarsa coerenza dovuta anche in questo caso alle aspettative e convinzioni precostruite (del tipo “sono un terapeuta per cui DEVO stare certamente bene ed essere equilibrato”) …
Una concausa di questo tranello è da ricercarsi nella cultura deresponsabilizzante della “normalità” che ci ha insegnato a costruire il mito dell’eroe, del santo o del guru che deve essere perfetto a tutti i costi per poterci permettere di NON seguirlo e rimanere nella mediocrità in quanto modello irraggiungibile…
In questo caso , tuttavia, per chi è realmente abituato a praticare tecniche ed esercizi che facilitano la coerenza è sufficente un po’ di autoironia, accorgersi delle sovrastrutture e prendersi un po’ meno sul serio, osservare e sentire quello che accade nel “qui ora” per ritrovare facilmente una condizione di centratura.
La chiave per allenarsi a costruire energia coerente è ricordarsi il ruolo centrale del cuore e del sentimento.
Se l’emozione (la pancia) è viscerale e passionale e facilmente può assumere caratteristiche psicofisiche e biologiche di emergenza e se il pensiero razionale (la testa) tende ad arenarsi in una dimensione di freddezza e separazione che porta sofferenza, l’energia del cuore può fungere da mediatore tra queste dimensioni e aiutarci a ritrovare facilmente fiducia, benessere e mettere le basi per costruire sincronicità positiva.
Un efficissimo strumento per favorire questo processo è la respirazione diaframmatica.
Seduti con i piedi ben piantati a terra e paralleli tra loro, con la schiena diritta, il mento rientrante e i muscoli rilassati, si comincia a inspirare gonfiando la pancia e contando sino a tre-quattro, si fa uno stop in apnea contando uno-due, si espira in modo liberatorio (né forzato nè trattenuto) contando sino a tre-quattro e si fa un secondo stop da “vuoti” contando uno-due. Per i primi otto – dieci giorni è sufficente praticare 5-7 minuti di questa respirazione semplicemente contando, per evitare le intromissioi mentali.
Dopo un paio di settimane si può passare ad una seconda fase in cui la fase di inspirazione e il primo stop sono identici, mentre la fase di espirazione può diventare più “costruttiva”, ad esempio immaginando che dal plesso solare o dal centro del petto durante l’espirazione “escano” da noi come energia le nostre intenzioni visualizzandole come la luce di un faro che si diffonde in tutte le direzioni , o ripetendo – sempre nella fase di espirazione – semplici intenzioni come “parole” magari immaginando che escano da noi , dal nostro cuore composte di lettere colorate ….
É bene limitarsi ad affermazioni semplici e non troppo strutturate, nella forma più diretta possibile (ad esempio è meglio ripetere “sono guarito” piuttosto che “voglio guarire”) o anche semplicemente una singola parola (“luce”, “chiarezza”, “guarigione”, “pace”, eccetera) ricordandoci che ovviamente non esiste una didatiica rigida in questo senso e che ciò che realmente determina la qualità delle risonanze che produciamo è la frequenza, prodotta dall’allineamento di mente, pancia e cuore e non la “forma”.
Sarà la nostra stessa meravigliosa creatività a suggerirci come “colorare” il nostro esercizio di respirazione quotidiana nella maniera più opportuna, arrivando lentamente a costruire un positivo automatismo di guarigione che farà bene a noi e a chi ci circonda…
Comments