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Ricalibrare le percezioni


Ricalibrare le percezioni significa partire dal presupposto che per cambiare la realtà esterna, occorra cambiare “dentro”, in armonia con quanto sostiene da secoli la tradizione spirituale esoterica e ultimamente anche la fisica moderna.

Noi non siamo quella vocina che parla nella nostra testa. Siamo molto di più.

Quel continuo dialogo interno, quell’insistente flusso di valutazioni, interpretazioni e confronti (che attiva in continuazione fastidiose e dolorose reazioni emotive e biochimiche) è un “processo” che inneschiamo perché ci sentiamo minacciati e costretti dalla necessità di rammentare un “passato” che non c’è più o anticipare un “futuro” che non c’è ancora.

Le rare volte che le circostanze della vita – nell’adesso – riescono a far tacere quel mormorio continuo e stressante che ci schiavizza, “accadono” momenti belli, leggeri, semplici, piacevoli e spontanei. Senza bisogno di passato o di futuro, improvvisiamo nell’adesso un piacevole scambio di relazione, un’attività divertente o rilassante, un momento che dona allegria o leggerezza, un intuizione felice e motivante…fino a che la vocina fastidiosa e insistente ricomincia a farci pensare al “prima” o al “dopo” e la magia di quel momento si perde, nel riattivarsi di sensazioni, emozioni e atteggiamenti “pesanti” e dolorosi.

Cercare di rimanere nel qui e ora, padroneggiare la “vocina”, osservarla (e amarla) senza identificarsi in lei è – da sempre – l’unica possibilità di “risvegliarsi”, crescere e trasformare il mondo interiore ( e di conseguenza quello esteriore).

Nel primo incontro abbiamo parlato in questi termini di ricalibrazione di pensieri ed emozioni e della possibilità di ottenere una sorta di “risveglio”.

Abbiamo capito che le situazioni di vita, gli eventi, e tutto ciò che ci capita è un’opportunità. Ricordandoci in ogni momento che le nostre percezioni sono limitate, possiamo arrivare poco per volta ad osservare noi stessi e le nostre reazioni.

Abbiamo visto come anche la scienza oggi parli di diverse dimensioni.

La dimensione umana è una dimensione duale.

La dualità luce e ombra, bene e male, giusto/sbagliato, azione/reazione è insita nella dimensione umana. Abbiamo visto come per la tradizione, esista una dimensione spirituale, eterna, perfettamente positiva, che non prevede la dualità problema/soluzione.

In questa dimensione si trova l’assenza di problemi. Il processo che ci fa passare dalla dimensione attuale a quella dell’unità, è il processo di ricalibrazione e di trasmutazione alchemica.

La trasmutazione alchemica ci permette di trasformare il piombo in oro, la sofferenza in presenza.

Nell’incontro di oggi, parliamo di sentimenti.

I sentimenti rappresentano un’energia molto più complessa e potente del pensiero e dell’emozione. Potremmo definire i sentimenti come la risultante dell’incontro tra pensieri ed emozioni. Se il pensiero è presente nella dimensione della testa, l’emozione è presente nella dimensione della pancia, delle viscere, dell’istinto. Ancora una volta, possiamo cogliere i collegamenti esistenti tra la scienza attuale e l’antica tradizione spirituale esoterica.

Il buonismo insito nella religiosità deteriore, e nel dogmatismo ha fatto sì che l’ideale dell’amore e dell’amare sia stato proposto come un ideale etico.

La ricalibrazione che voglio proporvi oggi, è quella di considerare l’amare e l’amore come una grande opportunità personale di trasmutazione alchemica.

“Amate i vostri nemici”, “amatevi gli uni gli altri”, “Per-donate” sono opportunità evangeliche e spirituali che ci riportano alle potenzialità insite nella vibrazione dell’amare.

Sia la dimensione razionale che la dimensione viscerale, sono dimensioni di separazione.

La freddezza e il cinismo della mente così come la visceralità e l’animalità della reazione emotiva ci fanno rimanere giocoforza in una dimensione di dualità e di separazione con gli altri.

La dimensione del cuore, centrale fra i centri energetici umani, è una dimensione molto più evoluta. Il cuore è infinitamente più potente della mente e delle viscere sia da un punto di vista elettrico che da un punto di vista magnetico.

L’unità del cuore e la vibrazione del cuore rappresentano una potente opportunità di cocreazione.

Quando la mente e la pancia riescono ad allinearsi su sentimenti ecologici di cooperazione e di apertura, ecco che l’essere umano funziona con tutti e tre i suoi “cervelli” e i suoi “centri”.

La produzione energetica risulta molto più potente, le potenzialità in termini di creazione e cocreazione risultano infinitamente più grandi.

La forma più evoluta di produzione energetica del cuore è la gratitudine. La gratitudine è la risultante di pensieri ed emozioni positive e di grande apertura, riconoscenza, unità, soddisfazione, abbondanza.

Alcuni scienziati da tempo stanno studiando le frequenze dell’energia della gratitudine. Sono frequenze molto elevate e potenti. Esistono nel mondo dei rilevatori energetici di queste frequenze. L’istituto americano HeartMath che lavora da oltre vent’anni sulle frequenze del cuore, ha installato con l’aiuto di organizzazioni non governative, dei particolari strumenti in grado di misurare le frequenze e le vibrazioni coerenti del cuore degli esseri umani. In periodi e i momenti storici di grande compassione, empatia, e attenzione verso gli altri sono stati registrati dei picchi molto elevati. Aprirsi alla dimensione del cuore, e della gratitudine è dunque un’opportunità di trasformare noi stessi e il mondo che ci circonda.

Ma come si fa ad aprirsi alla dimensione della gratitudine?

La risposta è la stessa che abbiamo visto parlando di pensiero e di emozione: rimanendo presenti.

La questione è operare una scelta e avere la volontà di rinnovarla, attimo per attimo.

Soltanto attraverso la volontà di rimanere in presenza, auto esplorazione, monitoraggio di sé, e attenzione è possibile controllare la propria produzione energetica.

Ciò che possiamo fare da subito è riconoscere i sentimenti negativi che creano frequenze opposte alla gratitudine, alla compassione e all’unità.

Ogni volta che ci lamentiamo, che percepiamo una sensazione o un sentimento di insoddisfazione, frustrazione, vittimismo, separazione stiamo “creando” frequenze negative.

La semplice consapevolezza di questo può diventare occasione di presenza e fonte di gratitudine.

Potremo ad esempio ripeterci frasi di questo tipo:

Ringrazio la vita perché mi rendo conto che sto giudicando.

Ringrazio la vita perché mi rendo conto che mi sto lamentando.

Ringrazio la vita perché mi rendo conto che mi sento nella scarsità nella separazione.

Accorgersi dei giudizi, accorgersi dell’insoddisfazione e della negatività è un grandissimo atto di presenza e di trasformazione energetica.

Per aprirsi all’amore verso gli altri e indispensabile aprirsi all’amore verso di sé.

Noi non possiamo percepire dall’eserno ciò che non è dentro di noi. Se io mi amo, mi accolgo, mi accetto, mi voglio bene potrò dare queste energie agli altri e ricevere queste energie dagli altri.

Se io accolgo con amorevole affettuosità le mie contraddizioni e le osservo cercando di depotenziarle e di ridimensionarle la stessa cosa avverrà all’esterno e sarò capace di farla con gli altri e di riceverla dagli altri.

Questo percorso “spirituale” e sottile che ci permette di riconoscere, attivare ed esprimere le nostre energie e le nostre potenzialità, cooperare ed evolverci è a disposizione di tutti, in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione.

È un percorso dell’essere, è la forza stessa della vita. È riconoscere ciò che siamo realmente.

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